PALAZZO MARIN SAN MARCO 2541 VENEZIA
MESSA IN SICUREZZA DELLE DECORAZIONI DEL PIANO NOBILE
APOLLO E LE MUSE di Gaetano Zompini (1700/1778)
PIANTA PIANO SECONDO denominato soffitto A
Particolare del soffitto affrescato – decorazione policroma
TIPOLOGIA
La formazione compositiva di questa decorazione policroma a fresco, si realizza su un supporto in arelle con ripetute stesure di un intonaco stratificato costituito prevalentemente da calce e sabbia di fiume.
CATEGORIA DEI LAVORI CONSOLIDAMENTO INTONACI POLICROMI
Censimento/mappatura e messa in sicurezza delle aree distaccate con riadesione localizzate degli elementi per mezzo di perni in acciaio ed iniezioni di maltine adesive.
STATO DI CONSERVAZIONE
La condizione attuale del manufatto per quanto concerne l’ adesione del film pittorico agli strati preparatori, appare buona, non si notano alterazioni cromatiche, decoesioni materiche, polverizzazioni o perdita di materia policroma. Si rilevano invece fessurazioni e crepe che attraversano la composizione policroma un po’ ovunque. Emergono inoltre testimonianze di precedenti interventi dove si possono distinguere sovrapposizioni di tinteggiature stese approssimativamente sulle decorazioni parietali realizzate sempre dallo Zompini: Il ratto di Elena e La fuga di Elena da Troia. Questa peculiarità si sviluppa e si manifesta anche sui sovraporte dove emerge che la decorazione risulta decisamente alterata sui volumi plastici originari e sulla cromia diventata cupa e spenta rispetto alla luminosa e brillante materia pittorica originaria.
Particolare della decorazione parietale del ciclo pittorico di Gaetano Zompini, si possono notare i vari interventi di restauro che ne hanno modificato la nitidezza della materia policroma rendendola fosca e annebbiata.
Particolare de: Il ratto di Elena
Particolare de: La fuga di Elena da Troia.
Anche in questo episodio realizzato dallo Zompini, spiccano distintamente le molteplici modifiche apportate all’affresco da interventi poco ortodossi spesso non osservanti della conservazione del dipinto ma con un gusto piuttosto ordinario e scadente.
Particolare dell’elemento decorativo parietale “sovraporta “confinante con Il Ratto di Elena
Dettaglio delle decorazioni parietali ricostruite
Veduta d’insieme del dipinto affrescato Apollo e le Muse
METODOLOGIA DELL’INTERVENTO
Sono state censite ed evidenziate con dei segni di riconoscimento le superfici interessate da condizioni di fessurazioni e crepe, registrandone le posizioni sul dipinto con delle indicazioni effettuate con materiali appropriati. Durante questa procedura, si sono così rilevate le aree più soggette a rischio caduta o comunque compromesse realizzando così un planning di priorità per la loro messa in sicurezza. La procedura applicativa di consolidamento, ha avuto come obbiettivo quello di far riaderire parti del supporto fessurato staccato o in fase di distacco mediante idonei adesivi a base di leganti aerei ed idraulici (calci), con l’inserimento per porzioni più ammalorate, di perni in acciaio inossidabile.
Particolare della decorazione policroma, prima dell’intervento della messa in sicurezza che è stato conseguito per mezzo dell’inserimento di perni in acciaio. Successivamente gli alloggi, sono stati stuccati con un impasto di leganti idraulici ed inerti silicei, della medesima granulometria che costituisce la natura del supporto originario. Si è cercato di ottenere lo stesso grado di porosità, al fine di consentire nella fase seguente dell’integrazione pittorica da effettuarsi con acquarello, un assorbimento omogeneo del ritocco.
Particolare della decorazione zoomorfa coinvolta da fessurazioni
Dettaglio dello stato di mantenimento attuale del manufatto policromo, prima dell’intervento di messa in sicurezza realizzato con un’appropriata procedura di riadesione della materia policroma al sostegno in arelle.
Per questa metodologia, dopo aver accertato il distacco dell’intonaco dal supporto, si sono rese necessarie delle applicazioni di fogli di carta giapponese imbevute con una soluzione di resina acrilica in bassa percentuale, idonea per prevenire la caduta della materia policroma lungo i margini del percorso della fenditura.
Constatata l’adeguatezza del consolidamento, successivamente a completamento dell’intervento, dopo un buon ancoraggio della medesima, si è proceduto alla sistemazione del canucciato e all’inserimento di patere in acciaio ancorate nella struttura lignea posta sopra come orditura. Questa fase è stata coadiuvata nel contempo anche con delle iniezioni di maltine adesive per conseguire una valida messa in sicurezza della porzione trattata.
Dettaglio della porzione di intonaco policromo prima di avviare l’intervento di consolidamento, da effettuarsi con l’inserimento: di perni in acciaio avvitati sull’orditura lignea e da iniezioni di maltine adesive per compattare la superficie. E’seguita in progressione la stuccatura suddivisa per spessori profondi con un impasto costituito da calce idraulica ed inerti silicei mentre per la rifinitura è stato impiegato del grassello di calce unito ad inerti silicei con granulometria simile all’originaria. In un secondo tempo le lacune sono state integrate pittoricamente ad acquarello.
Particolari dello stato di conservazione attuale della decorazione.
OBBIETTIVO DELL’INTERVENTO
La procedura selezionata, ha avuto lo scopo di ristabilire e consolidare le aree lacunose per mezzo di perni in acciaio a scomparsa. Per una maggiore riuscita dell’intervento, sono state utilizzate in sinergia con inserimento in profondità, delle iniezioni in appositi fori realizzati sull’intonaco, di un formulato costituito da maltina adesiva a presa idraulica, cariche silicee, polimeri acrilici a bassa percentuale in dispersione.
DESCRIZIONE SINTETICA DEL PROTOCOLLO OPERATIVO
A) Operazioni preliminari
B) Foratura dell’intonaco
C) Pulitura e preparazione dei nuovi alloggi per l’inserimento dei perni in acciaio
D) Miscelazione del formulato
E) Esecuzione delle iniezioni consolidanti
F) Trattamento finale
PROTOCOLLI OPERATIVI
Controllo e verifica delle caratteristiche della superficie intonacata policroma, mediante operazione di “saggiatura” preventiva che sono state eseguite attraverso una leggera ed accurata battitura manuale (per mezzo di un martelletto di gomma) sull’intera superficie, al fine di individuare puntualmente sia le aree compatte, sia delimitare il perimetro di quelle mobili o in fase di distacco (zone gonfiate o sacche di decoesione).
FORATURA DELL’INTONACO
In assenza di piccole fessure, lacune o fori già preesistenti sulle superfici intonacate da utilizzare per le iniezioni, sono state eseguite delle perforazioni per mezzo di trapani manuali, nelle aree interessate.
Il numero dei fori, è stato proporzionato alle entità del distacco e, i fori suddetti, sono stati preparati ad accogliere il formulato adesivo, dopo l’aspirazione dei vari detriti di risulta e quant’altro poteva ostacolare la corretta imissione e percolazione di quest’ultima.
Sono state inserite per una messa in sicurezza consona alla gravità della situazione, delle patere in acciaio a scomparsa successivamente stuccate e reintegrate pittoricamente.
MISCELAZIONE DEL FORMULATO
La miscela che è stata utilizzata, è costituita da una parte di grassello di calce e calce idraulica desalinizzata (Lafarge), una parte di carbonato di calcio (granulometria 0,06), diluita con percentuali del 5/10% di resina acrilica in emulsione e, nelle iniezioni di riempimento di sacche consistenti, con una parte di cocciopesto vagliato e lavato (granulometria massima 0,5 mm.). Per piccoli distacchi, non essendo possibile iniettare miscele idrauliche, sono state utilizzate delle “micro-iniezioni composte da una parte di resina acrilica in emulsione acquosa in concentrazione variabile (8/10%), caricata con 0,5/1 parte di polvere di pomice (0,02mm), per rendere il composto più granuloso e facilitarne l’aggrappaggio dello stesso al supporto da consolidare.
TRATTAMENTO FINALE
Accertata l’ efficacia del consolidamento sono state rimosse manualmente le stuccature provvisorie e le varie canule di gomma, sigillando i fori con un impasto costituito da grassello di calce unito a sabbia di fiume, rispettando la granulometria dell’intonaco originale.
REINTEGRAZIONE PITTORICA
A conclusione dell’operazione della stuccatura, si è avviato l’intervento delle reintegrazione pittorica, realizzato per mezzo di velature sovrapposte utilizzando degli acquarelli. L’obbiettivo è stato quello di conseguire un abbassamento equilibrato delle aree ricostruite, permettendo così, di attuare una presentazione ottico estetica più bilanciata e regolata del manufatto policromo.
Dettagli della decorazione dopo l’intervento di reintegrazione pittorica
MATERIALI, STRUMENTI E MEZZI D’OPERA
A) LEGANTI
Grassello di calce, calce idraulica
B) INERTI
Inerti silicei a granulometria variabile, carbonato di calcio
C) ADDITIVI
Resina acrilica Primal AC33
D) MEZZI D’OPERA
Trapano manuale
Compressore aria
Pistola per iniezioni
Patere in acciaio
Canule e siringhe per iniezioni
Spugne morbide
Creta
Inerti silicei a granulometria vari Carta giapponese
Acquarelli
MESSA IN SICUREZZA DELLE DECORAZIONI DEL PIANO NOBILE LA VIRTU’ INCORONA IL MERITO di GIOVANNI SCAJARIO PIANTA PIANO SECONDO denominato soffitto B
Particolare del soffitto affrescato – decorazione policroma
TIPOLOGIA
La decorazione policroma in oggetto, è stata realizzata con tecnica a fresco, effettuata su un supporto in arelle con stesura di un intonaco stratificato costituito prevalentemente da calce e sabbia di fiume.
CATEGORIA DEI LAVORI
CONSOLIDAMENTO INTONACI POLICROMI
Censimento/mappatura e messa in sicurezza delle aree distaccate con riadesione localizzate degli elementi per mezzo di perni in acciai ed iniezioni di maltine adesive.
STATO DI CONSERVAZIONE
Il manufatto si presenta attualmente con una buona adesione del film pittorico, non si notano alterazioni cromatiche, decoesioni materiche, polverizzazioni o perdita di materia policroma. Emergono invece testimonianze di precedenti interventi dove si possono distinguere le pitturazioni stese grossolanamente sulle decorazioni a stucco modanato sia di carattere floreale che puramente architettonico. Questo tipologia di intervento, si manifesta anche sulle pareti dove la decorazione a rilievo ne risulta decisamente alterata cromaticamente e sui volumi plastici originari.
Vari particolari dello stato conservativo attuale delle decorazioni parietali realizzate in stucco modanato su un supporto in marmorino policromo.
Particolari delle fessure che attraversano i manufatti modanati e le superfici policrome della decorazione.
Da un’osservazione più dettagliata e specifica, sono emersi dei precedenti interventi di restauro, si possono notare infatti degli inserimenti di perni, stuccature, integrazioni pittoriche effettuate non solo sull’area d’intervento.
A) Dettagli delle varie problematiche che investono le superfici policrome A) e le aree realizzate in stucco modanato B)
A)
Nelle composizioni a rilievo si possono notare le varie stratificazioni di pittura che ricoprono le superfici originarie. Sulle decorazioni policrome, appaiono evidenti le fessurazioni che percorrono la materia pigmentata ed il suo supporto, sono situazioni che prevedono un intervento di messa in sicurezza appropriato al fine di conseguire il recupero conservativo dell’opera.
OBBIETTIVO DELL’INTERVENTO
La procedura decisa ha avuto lo scopo di ristabilire e consolidare le aree lacunose per mezzo di perni in acciaio a scomparsa, coadiuvate con l’inserimento in profondità, di iniezioni in appositi fori realizzati sull’intonaco. Opportunamente puliti e umidificati, sono composti da formulato costituito da maltina adesiva a presa idraulica, cariche silicee, polimeri acrilici a bassa percentuale in dispersione.
DESCRIZIONE SINTETICA DEL PROTOCOLLO OPERATIVO
A) Operazioni preliminari
B) Foratura dell’intonaco
C) Pulitura e preparazione dei nuovi alloggi per l’inserimento dei perni in acciaio
D) Miscelazione del formulato
E) Esecuzione delle iniezioni consolidanti
F) Trattamento finale
PROTOCOLLI OPERATIVI
Controllo e verifica delle caratteristiche della superficie intonacata policroma, mediante operazione di “saggiatura” preventiva che sono state eseguite attraverso una leggera ed accurata battitura manuale (per mezzo di un martelletto di gomma) sull’intera superficie, al fine di individuare puntualmente sia le aree compatte, sia delimitare il perimetro di quelle mobili o in fase di distacco (zone gonfiate o sacche di decoesione).
FORATURA DELL’INTONACO
In assenza di piccole fessure, lacune o fori già preesistenti sulle superfici intonacate da utilizzare per le iniezioni, sono state eseguite delle perforazioni tramite trapani manuali, nelle aree interessate.
Il numero dei fori, è stato proporzionato alle entità del distacco e, i fori suddetti, sono stati preparati ad accogliere il formulato adesivo, dopo l’aspirazione dei vari detriti di risulta e quant’altro poteva ostacolare la corretta imissione e percolazione di quest’ultima.
Successivamente dopo una dettagliata mappatura delle assi lignee, sono state inserite delle imperniature di acciaio avvitate nelle travature a compimento della messa in sicurezza dell’intero manufatto.
MISCELAZIONE DEL FORMULATO
La miscela che è stata utilizzata, è costituita da una parte di grassello di calce o in alternativa calce idraulica desalinizzata (Lafarge), una parte di carbonato di calcio (granulometria 0,06), diluita con percentuali del 5/10% di resina acrilica in emulsione e, nelle iniezioni di riempimento di sacche consistenti, con una parte di cocciopesto vagliato e lavato (granulometria massima 0,5 mm.). Per piccoli distacchi, non essendo possibile iniettare miscele idrauliche, si utilizzeranno delle “micro-iniezioni composte da una parte di resina acrilica in emulsione acquosa in concentrazione variabile (8/10%), caricata con 0,5/1 parte di polvere di pomice (0,02mm9, per rendere il composto più granuloso e facilitarne l’aggrappaggio dello stesso al supporto da consolidare.
TRATTAMENTO FINALE
Previo indurimento del consolidamento sono state rimosse manualmente le stuccature provvisorie e le canule di gomma, sigillando i fori con un impasto costituito da grassello di calce unito a sabbia di fiume, rispettando la granulometria dell’intonaco originale.
REINTEGRAZIONE PITTORICA
A conclusione dell’operazione della stuccatura, si è avviato l’intervento delle reintegrazione pittorica, realizzato per mezzo di velature sovrapposte utilizzando degli acquarelli. L’obbiettivo è stato quello di conseguire un abbassamento equilibrato delle aree ricostruite, permettendo così, di attuare una presentazione ottico estetica più bilanciata e regolata del manufatto policromo.
Particolari del manufatto dopo l’intervento di reintegrazione pittorica
MATERIALI, STRUMENTI E MEZZI D’OPERA
A) LEGANTI
Grassello di calce
B) ADDITIVI
Resina acrilica Primal AC33
C) MEZZI D’OPERA
Trapano manuale
Compressore aria
Pistola per iniezioni
Canule e siringhe per iniezioni
Creta
D) Colori ad acquarello Windsor & Newton
MESSA IN SICUREZZA DELLE DECORAZIONI DEL PIANO NOBILE
Giovanni Scajaro (1726 – 1793)
Plafond ovale con volo di putti
PIANTA PIANO SECONDO denominato soffitto C
TIPOLOGIA
La decorazione policroma in oggetto, è stata realizzata con tecnica a fresco, effettuata su un supporto in arelle con stesura di un intonaco stratificato costituito prevalentemente da calce e sabbia di fiume.
CATEGORIA DEI LAVORI CONSOLIDAMENTO INTONACI POLICROMI
Censimento/mappatura e messa in sicurezza delle aree distaccate con riadesione localizzate degli elementi per mezzo di perni in acciai ed iniezioni di maltine adesive.
Particolare della mappatura effettuata dopo il crollo
STATO DI CONSERVAZIONE
Il manufatto in oggetto si presenta dopo il crollo di una notevole porzione di intonaco policromo, con condizioni perimetrali di distacchi dal supporto di media entità, con locali formazioni di sacche e/o lesioni. L’aspetto del film pittorico è buono, non si segnalano infatti disgregazioni o sfarinature della materia pittorica. Dai vari test eseguiti sulla decorazione, verifichiamo una buona coesione del legante e nessuna alterazione o viraggio cromatico.
OBIETTIVO DELL’INTERVENTO
La procedura ha avuto lo scopo di consolidare le superfici intonacate, facendo riaderire le parti di intonaco distaccate dal supporto, imperniando per mezzo di patere di acciaio il perimetro della superficie interessata dal crollo, risarcire le lesioni capillari colmando le sacche presenti tra il substrato ed il supporto in cannucciato retrostante, riaderire le porzioni recuperate dal crollo.
DESCRIZIONE SINTETICA DEL PROTOCOLLO OPERATIVO
A) Operazioni preliminari
B) Foratura dell’intonaco
C) Pulitura e preparazione dei nuovi alloggi per l’inserimento dei perni in acciaio
D) Miscelazione del formulato
E) Esecuzione delle iniezioni consolidanti
F) Trattamento finale
PROTOCOLLI OPERATIVI
Controllo e verifica delle caratteristiche della superficie intonacata policroma, mediante operazione di “saggiatura” preventiva che sono state eseguite attraverso una leggera ed accurata battitura manuale (per mezzo di un martelletto di gomma) sull’intera superficie, al fine di individuare puntualmente sia le aree compatte, sia delimitare il perimetro di quelle mobili o in fase di distacco (zone gonfiate o sacche di decoesione).
FORATURA DELL’INTONACO
In assenza di piccole fessure, lacune o fori già preesistenti sulle superfici intonacate da utilizzare per le iniezioni, sono state eseguite delle perforazioni tramite trapani manuali, nelle aree interessate. Il numero dei fori, è stato proporzionato alle entità del distacco e, i fori suddetti, sono stati preparati ad accogliere il formulato adesivo, dopo l’aspirazione dei vari detriti di risulta e quant’altro poteva ostacolare la corretta imissione e percolazione di quest’ultima.
MISCELAZIONE DEL FORMULATO
La miscela che è stata utilizzata, è costituita da una parte di grassello di calce o in alternativa calce idraulica desalinizzata (Lafarge), una parte di carbonato di calcio (granulometria 0,06), diluita con percentuali del 5/10% di resina acrilica in emulsione e, nelle iniezioni di riempimento di sacche consistenti, con una parte di cocciopesto vagliato e lavato (granulometria massima 0,5 mm.). Per piccoli distacchi, non essendo possibile iniettare miscele idrauliche, si utilizzeranno delle “micro-iniezioni composte da una parte di resina acrilica in emulsione acquosa in concentrazione variabile (8/10%), caricata con 0,5/1 parte di polvere di pomice (0,02mm9, per rendere il composto più granuloso e facilitarne l’aggrappaggio dello stesso al supporto da consolidare.
TRATTAMENTO FINALE
Previo indurimento del consolidamento sono state rimosse manualmente le stuccature provvisorie e le canule di gomma, sigillando i fori con un impasto costituito da grassello di calce unito a sabbia di fiume, rispettando la granulometria dell’intonaco originale.
INTERVENTO SULL’AREA CROLLATA OPERAZIONI DI PRONTO INTERVENTO
Velatino di garza sugli strati lesionati dalla caduta della porzione dell’intonaco policromo, per mezzo di adesivi di origine animale in diluizione acquosa al 20% e successiva puntellatura provvisoria per l’inserimento a scomparsa di perni in acciaio lungo il perimetro dell’ovale, ancorandosi nelle travature a sostegno delle aree in pericolo di caduta.
Successivamente sono state rimosse le superfici di cannucciato dove l’intonaco, cadendo, le ha sfibrate e rese inutili alla loro causa, ristabilendo, progressivamente, la decoesione tra supporto ed intonaco, mediante l’utilizzo di iniezioni puntuali di adesivi riempitivi.
A seguito sono stati stuccati i nuovi alloggi dei perni in acciaio con un impasto costituito da calce Lafarge e sabbia di fiume, rispettando la granulometria dell’impasto originario.
OPERAZIONE DI INVENTARIO DEI FRAMMENTI RECUPERATI
Rimozione dei vari elementi di vincolo tipo cannucciato, spaghi, chiodi e quant’altro, con successiva riduzione dello spessore dei vari strati preparatori dell’intonaco prevalentemente costituito da calce e cocciopesto.
Dettaglio del censimento dei frammenti recuperati
Ricostruzione e riadesione delle varie superfici da conservare e ricollocare nelle loro sedi di origine.
Preparazione di un nuovo supporto nell’area mancante, ricostruendolo utilizzando la stessa tecnica d’origine in cannucciato, ancorandolo con perni di acciaio sulle travature lignee.
Approntamento del sottofondo del supporto con un impasto costituito da cocciopesto unito a grassello di calce a granulometria media con successiva rifinitura a fresco utilizzando sabbia di fiume e grassello di calce.
Progressivamente sono stati ricollocati i vari frammenti recuperati e resi idonei per l’operazione di reinserimento sul nuovo supporto, con maltine adesive specifiche.
Nelle aree mancanti, è stato realizzato un intonaco composto da una malta simile all’originale per colorazione e scelta granulometrica.
Per la presentazione estetica, la riduzione dell’interferenza visiva relativa alle superfici stuccate, degli alloggi dei perni e delle abrasioni, è stata impiegata una reintegrazione pittorica costituita da acquarello steso per velature sovrapposte.
Particolare dei vari frammenti inseriti sul supporto precedentemente preparato
Particolari durante la fase di integrazione pittorica
SPECIFICHE SUI MATERIALI IMPIEGATI
CONSOLIDAMENTO
-Velatino di garza
-Colla animale
-Perni in acciaio (patere)
-Calce idraulica (per iniezioni)
-Malte adesive
RICOSTRUZIONE DEL SUPPORTO
-Canucciato
-Viti in acciaio
-Filo di acciaio
-Cocciopesto macinato a granulometria madia
-Grassello di calce
FINITURA DEL SUPPORTO
-Grassello di calce
-Polvere di marmo impalpabile
-Sabbia di fiume
STUCCATURE
-Grassello di calce
–Polvere di marmo impalpabile
-Sabbia di fiume
REINTEGRAZIONE PITTORICA
-Acquarelli Windsor & Newton
Venezia, lì 21marzo 2011
ARTE E CONSERVAZIONE
DI COSTANTINI PAOLO
E MASCIARELLI DONATELLA